
Da parecchi mesi si è alzato in rete un forte vento anti-migranti: la bufala complottista del fotomontaggio sui migranti morti utilizzata contro le Ong è solo l’ultima goccia in questo mare avvelenato
di Guido Petrangeli
Il sentimento di tantissimi utenti online italiani si fonde oggi con il linguaggio aggressivo e le teorie complottiste dei sovranisti capitanati da Matteo Salvini. Nel tempo il leader leghista è riuscito a creare una vasta community online, rappresentate da pagine Facebook, schiere di account Twitter e giornali online, identificate intorno a tematiche anti-immigrazione.
Quelle che all’inizio erano sul web solo minoranze molto rumorose, grazie alla capacità dei social media di amplificare il messaggio, sono riuscite a rendere predominante il credo sovranista nell’opinione pubblica digitale. Una ricerca effettuata negli Usa dal Pew research internet project ha evidenziato che l’impiego dei principali social network (Facebook e Twitter) induce gli utenti ad appiattirsi sulle opinioni più “virali”. Se un utente percepisce di avere un’opinione minoritaria, rispetto alla rete dei propri contatti, decide di non esprimerla in percentuali maggiori che nella vita reale. Ciò accade sia perché gli utenti non vogliono deludere i loro amici, ma anche perché gli utenti non vogliono lasciare tracce digitali delle loro opinioni minoritarie, dato che temono che esse possano danneggiarli in futuro. Grazie a questa “spirale del silenzio” gruppi organizzati tramite pagine Facebook e bot creati su Twitter riescono a rendere maggioritario il messaggio sovranista.
Gli ultimi casi di cronaca italiana che hanno visto Matteo Salvini protagonista vanno proprio in questa direzione. Dopo aver definito una “crociera” il viaggio dell’Aquarius e parlato di censimento dei rom questi temi sono diventati argomento principale di discussione su Twitter. La sentiment analysis di #crociera e #censimento ci restituisce un’opinione pubblica digitale polarizzata su due fronti. Infatti i messaggi degli utenti contro le dichiarazioni di Salvini (il 6,1% del totale), che definisce “crociera” un viaggio disperato, sono bilanciati in maniera paritaria dai tweet (6,1%) di condivisione verso l’espressione utilizzata dal leader leghista.
Se davvero scappano dalla guerra come voi imbecilli credete, allora questa è quasi una #crociera…
Siccome non scappano da nessuna guerra, questo viaggio sbagliato in cui si sono erroneamente imbarcati per colpa vostra è un inferno…
Maledetti bastardi di snistra…— No ai centri sociali (@Nocentrisociali) 15 giugno 2018
Lo stesso trend ritorna su #censimento: anche qui i tweet contro la schedatura dei rom (3% del totale) sono pari a chi invece sostiene con forza il provvedimento pensato da Matteo Salvini (3%).
Altro che #censimento dei #Rom
Ci vorrebbe un cambio di rotta: bisognerebbe togliere i figli a chi li usa per mendicare e rubare
Viola i diritti dell’uomo chi sposa le figlie a 14 anni, tipica usanza Rom
Non vanno discriminati. Va preteso che vivano seguendo le regole dello Stato— Kawtar Barghout (@BarghoutKawtar) 19 giugno 2018
Nei casi appena citati tutto è studiato nei minimi dettagli: i toni da propaganda e la retorica degli slogan si saldano con una campagna strutturata sui social media. Il risultato è una miscela esplosiva: Matteo Salvini aizza le sue truppe anti-immigrazione, fortissime soprattutto in rete, per aumentare la portata del messaggio sovranista e accrescere il suo consenso.
Fissato sulla fanpage del leader leghista, diventato su Facebook il leader più seguito in europa con 2,6 milioni di seguaci, c’è il famigerato messaggio #chiudiamoiporti. Questo messaggio è risultato il più virale di sempre di Matteo Salvini con oltre 223mila mi piace, 44mila condivisioni e 38mila commenti. Numeri impressionanti, che valgono in termini di coinvolgimento di utenti sulla rete, molto di più che articoli ed editoriali pubblicati dalla stampa nazionale. In altri termini grazie ai suoi messaggi social, Matteo Salvini riesce ad essere più letto e condiviso sulla rete di qualsiasi altra testata nazionale. In questa grande bolla mediatica ovviamente non c’è nulla di lasciato al caso. Tra i gruppi Facebook appartenenti alla community salviniana, Prima gli Italiani (oltre 50mila seguaci) pubblica continuamente messaggi in cui i barconi vengono descritti, tramite teorie complottiste, come la rappresentazione del business segreto di onlus al soldo della finanza internazionale.
Non è un caso che sulla stessa fanpage di Matteo Salvini qualche tempo fa queste teorie venivano rilanciate tramite un video molto virale (oltre 450mila visualizzazioni) dal titolo “Ecco il piano segreto di Soros per finanziare l’invasione di massa pianificata”.